Arsenale a Librino. La lista delle armi

armi

I Carabinieri di Catania hanno rilasciato la lista inventariata delle armi sequestrate il 20 settembre a Librino.

qui il resoconto del sequestro. L’ elenco armi inventariato

Ambasciatore Ucraina in Sicilia: “Il Gas? Strumento di pressione”

ambucraina
L’ambasciatore Yevhen Perelygin fa tappa in Sicilia per un giro diplomatico finalizzato a “sviluppare accordi bilaterali con l’Italia anche a livello regionale”, ma il tema della discussione è la crisi in Ucraina.

Sul ruolo dell’Italia nella crisi, il diplomatico afferma: “Il Governo Italiano ha fatto di tutto per sostenere l’integrità territoriale dell’Ucraina, noi speriamo che il ruolo dell’Italia nel processo di stabilizzazione del nostro Paese divenga più determinante in concomitanza col semestre italiano di Presidenza in Europa”.

L’ambasciatore non teme che i rapporti privilegiati dell’Italia con la Russia di Putin, si possano tramutare in posizioni più timide dell’Italia, anzi proprio per questo – dice Perelygin – “vogliamo che il Governo Renzi utilizzi questi rapporti per convincere il Governo Russo a rispettare la nostra indipendenza, la nostra integrità territoriale e la nostra scelta di aderire all’UE”.

Sullo sfondo la politica energetica dell’Italia, che deve fare i conti con i mutati assetti dell’approvvigionamento. Lo stop sostanziale al gasdotto South Stream (tra Mar Nero e Mediterraneo) in concomitanza con la crisi Ucraina dovrà in qualche modo ricollocare le attività di ENI, rinnovata ai vertici dal Governo Renzi.

“Il gas per la Russia è solo uno strumento di pressione politica – commenta Perelygin – la fluttuazione del prezzo che ci impone Putin non segue nessuna regola di mercato”. Si è passati dai 90 dollari per mille metri cubi ai 500 dollari “dopo la rivoluzione arancione”. “Bisogna raggiungere un accordo, la Commissione Europea a proposto un range di prezzo per l’Ucraina che oscilla tra 300 e 380 dollari, in ogni caso – puntualizza – il gas verrà transitato per l’Europa come sempre”, e quindi nessun rischio per le forniture anche in Italia.

“La settimana prossima il mio governo andrà a concludere la seconda fase dell’accordo associativo con l’Europa – continua il diplomatico – i dati delle ultime elezioni ci dicono che l’85 % del voto popolare è andato a candidati a favore dell’Europa”. Perelygin ne fa anche una questione ideologica, sostenendo che “l’Ucraina sta lottando contro il suo passato comunista” ma guarda al futuro europeo come orizzonte di sviluppo.

Anche un piccolo presidio del “Comitato Catanese di Solidarietà con l’Antifascista” a testimoniare il dissenso verso l’attuale governo ucraino, “un fantoccio – secondo i manifestanti – agli ordini di USA e UE, il quale “si rende ogni giorno colpevole di massacri di civili inermi nelle regioni sudorientali dell’Ucraina”.

“Gli scontri in quella parte del Paese – dice l’Ambasciatore – coinvolgono criminali e mercenari, non c’è una guerra civile”. E’ sotto gli occhi di tutti che l’occupazione della Crimea è una violazione del diritto internazionale, il referendum è illegittimo”.

Droni a Sigonella, il bando per supporto e assistenza tecnica

 

dronesurvivalguide

 

La “ricerca di mercato” svela lo schema di ampliamento dell’infrastruttura di rete a supporto delle operazioni degli aerei senza pilota.

Sebbene si tratti formalmente di una “ricerca di mercato”, il Centro Operazioni per gli aerei senza pilota (UASOCS) comincia ad acquisire manifestazioni di interesse per eventuali contratti d’appalto per il supporto alla gestione e la manutenzione dei sistemi di comunicazione satellitare dedicati ai droni. L’assistenza, affidata ad aziende civili, dovrà garantire – come si legge nel bando – “la sicurezza della connessione in tutto il globo per la trasmissione di dati critici (C2), voce e video, al fine di permettere ai piloti e agli operatori di far volare e controllare i droni in operazione in tutto il mondo”.

Dal documento si evince lo schema di ampliamento dell’infrastruttura di rete a supporto delle operazioni degli aerei senza pilota. Oltre il coordinamento tra i centri di controllo negli Stati Uniti, è prevista l’estensione dei servizi di assistenza e manutenzione ai siti c.d. “reachback” per 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Anche la base di Sigonella sarà naturalmente interessata, infatti, in aggiunta alle infrastrutture esistenti nel Pacifico, la base siciliana diverrà definitivamente il riferimento per il Sud Europa entro il 2014. Una volta dismesso il sito B di Ramstein in Germania, l’EUR 2 di stanza a Sigonella, potrà raggiungere la capacità massima di controllo su 90 pattuglie aeree da combattimento (CAP’s).

Il centro di trasmissione satellitare posizionato alla piana di Catania, integrato dalle antenne di Niscemi si affiderà alle aziende appaltatrici per la sicurezza delle connessioni di rete. Assistenza tecnica on site sulle apparecchiature ma anche help desk per garantire la funzionalità continua del sistema. Attualmente le basi dotate di centri per le “drone operations” sono dislocate in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Djibouti, Filippine, Arabia Saudita, Etiopia, Niger, Italia, Guam, Turchia, Qatar, Emirati Arabu Uniti, Yemen e anche alle Seychelles. In questo contesto – sempre secondo il documento – i siti “Reachback” diverranno i “nodi critici” di una infrastruttura di rete in espansione.

Il comando e il controllo delle operazioni resteranno di prerogativa della base aerea di Langley (sede inoltre della Central Intelligence Agency, nda), e quindi si richiedono standard di sicurezza elevatissimi che restringono il campo dei possibili contractor. Gli appalti di servizio e assistenza di questo tipo sono generalmente controllati da grandi imprese che possiedono le risorse necessarie a soddisfare i requisiti dettati dal Pentagono, tuttavia questa volta si cerca di coinvolgere anche le “small business”, ovvero piccole imprese con 25,5 milioni di dollari come soglia di fatturato, tutto in ottemperanza al regolamento per le acquisizioni con budget federale che auspica la distribuzione degli appalti a più fornitori anche di piccole dimensioni. In tempo di tagli alla difesa comincia a declinare la figura del Prime contractor, tempi duri per le partecipate di Finmeccanica.

(foto da http://dronesurvivalguide.org/)

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L’ambasciatore USA in Sicilia: “momento internazionale agitato, rafforzare collaborazione”

phillipsPrima visita ufficiale in Sicilia per l’ambasciatore statunitense John Phillips, a Catania l’incontro con il sindaco Enzo Bianco.

John Phillips è intenzionato a rafforzare il legame d’amicizia tra Italia e USA, e, in questo delicato momento internazionale, ribadisce la gratitudine del Presidente Obama e del popolo americano ai siciliani per l’accoglienza che offrono ai turisti e ai militari USA, che sono qui per contribuire a proteggere americani e italiani da ogni tipo di rischio. L’amministrazione americana è consapevole del ruolo svolto dalla Sicilia nel Mediterraneo: “è una collaborazione che apprezziamo molto, specialmente per l’immigrazione che vede la Sicilia in prima linea”. Il fenomeno – che a seguito delle crisi politiche del nord Africa – è aumentato esponenzialmente, impone una più stretta collaborazione. L’ambasciatore ricorda come la sicurezza e il benessere dei nostri popoli rappresentino una priorità “massima”.

 Nel corso del colloquio istituzionale, al quale ha preso parte anche la console generale degli USA Colombia Barrosse, si è discusso di qualificazione dei giovani e imprenditorialità come strumenti per favorire lo sviluppo economico e ridurre la disoccupazione, soprattutto giovanile. “Catania ha rapporti antichi con gli Stati Uniti – spiega il sindaco Enzo Bianco – a partire da Sigonella e da molti americani che vivono qui.

 Durante l’incontro con la stampa, Phillips ha parlato del programma “Junior Achievement” in Sicilia, diretto ai giovani imprenditori e “di cui la missione diplomatica americana è lieta di essere sponsor”. Un programma già presente negli USA da cento anni e che attualmente sta lavorando con 17 scuole superiori in tutta la Sicilia comprese otto nella Sicilia orientale (tre a Catania, tre a Siracusa e due a Messina) per aiutare i giovani a sviluppare competenze specifiche attraverso lezioni, workshop e programmi d’imprenditorialità, che possano sviluppare un terreno fertile per creare occupazione.

http://www.siciliainformazioni.com/91687/tensioni-nel-mediterraneo-gli-usa-ringraziano-sicilia

 

Distretto Sud est, Tajani a Catania

tajani

Prove tecniche di lobbying europeo per i rappresentanti del Distretto Sud Est. Oggi a Catania il Vice presidente della Commissione Europea Antonio Tajani ha incontrato i rappresentanti istituzionali e delle realtà economico produttive della Sicilia orientale. Padrone di casa, il sindaco di Catania Enzo Bianco, il quale, già dalla visita del Presidente Napolitano, si è ritagliato il ruolo di mentore e amministratore capofila del Distretto.

 

Antonio Tajani è dal 2009 anche Commissario europeo all’Industria e all’Imprenditoria. I nuovi centri di interesse sembrano essere cuciti addosso ai nuovi criteri razionali europei: “io credo molto nei distretti – dice Tajani – e si puo fare ancora di più puntando sul modello europeo che è quello del cluster, un distretto allargato che va oltre il confine territoriale di uno stesso stato, ci sono fondi europei anche per sviluppare questi progetti”, e riferendosi alla realtà industriale Hi Tech prosegue: “L’industria è la soluzione per uscire dalla crisi, non si crea occupazione se non ci sono industrie moderne, competitive e non inquinanti. Catania con il suo territorio ha questo tessuto moderno e competitivo altamente tecnologico che deve essere potenziato”.

 

Una nuova visione dei fondi regionali per impedire storture e sottoutilizzazioni: “ci sono per la prima volta 150 miliardi di euro nel bilancio comunitario 2014 2020 per fare politica industriale – prosegue Tajani – e una parte consistente di questi fondi proviene dai fondi regionali, cioè abbiamo di fatto vincolato 100 miliardi di fondi regionali per fare politica industriale, non dev’essere Bruxelles a dire che tipo di politica industriale e quali settori sviluppare, ma dovrà essere il territorio a decidere quali settori industriali sostenere e promuovere, e quali interventi sono necessari fare”. Non si tratta di imposizioni della burocrazia di Bruxelles, in sostanza bisogna evitare che i fondi regionali vangano utilizzati per finanziare attività improduttive o che peggio alimentano politiche clientelari. In relazione alla sottoutilizzazione dei fondi il Commissario ribadisce che “non è un problema che riguarda solo la Sicilia ma anche altre regioni del mezzogiorno, serve più progettualità”.

rappresentanti distretto

 

Le istanze che provengono dagli imprenditori e dalle associazioni di categoria convergono tutte sulla necessità di un intervento più incisivo della politica europea sulle questioni cruciali per lo sviluppo economico di questa parte dell’Italia: infrastrutture che consentano alle imprese di poter competere con il mercato globale, in primo luogo l’adeguamento del sistema portuale e aeroportuale della Sicilia orientale. I porti di Catania, Siracusa e Pozzallo, così come gli aeroporti di Fontanarossa e Comiso devono – come sottolineato da Enzo Bianco – mantenendo l’autonomia gestionale, fare riferimento ad un unico disegno strategico.

 

Le condizioni di partenza per chi sceglie di fare impresa in Sicilia non sono delle migliori: ancora Bianco sollecita Tajani sulla possibilità di intervenire sui costi dell’energia – che da noi sono circa un terzo in più rispetto alla media – attuando misure che possano ridurre il fardello della bolletta elettrica. “Non chiediamo aiuti di Stato, ma misure che possano riportare il costo dell’energia a livelli concorrenziali”. Il Commissario europeo per l’Industria evidenzia come il prezzo dell’energia risenta della mancanza di un mercato europeo di riferimento, e che molto può essere fatto migliorando ed ampliando le reti di distribuzione.

 

Antonio Tajani approfitta della visita catanese per illustrare l’attività svolta dal 2010 al 2014 in Commissione Europea, e, sollecitato da una nostra domanda sul futuro dell’Istituzione che ultimamente non gode di molta popolarità ci risponde: “L’Europa non è una macchina per dare soldi, l’Europa è la nostra storia e la nostra civiltà, in futuro potrebbe diventare gli Stati Uniti d’Europa dove ci sono tante differenze, che devono essere considerate una risorsa. Serve più Europa politica e meno Europa burocratica, serve un’Europa che punti alla politica della crescita economica e sociale. Senza questa prospettiva i sacrifici non serviranno a nulla”.

 

Renzi, il caro leader in visita a Siracusa e il gruppo di pressione della Sicilia orientale.

renziIl Presidente del Consiglio arriva a Siracusa direttamente dalla Tunisia. Il primo incontro in programma è stato all’istituto Salvatore Raiti, dove il premier è stato accolto da circa 800 alunni che intonavano canti. Roba, questa, da far impallidire il “Caro Leader” nordcoreano. Un Matteo Renzi pedagogico che insiste sul valore della scuola come luogo in cui far crescere i sogni. Da sindaco (o ex) conosce bene i problemi relativi all’edilizia scolastica, alla condizione degli insegnanti precari e delle fasce più deboli della cittadinanza. La scuola di Siracusa ripropone il copione di Treviso e siamo sicuri che le “gite scolastiche” del rottamatore continueranno in tutta Italia. Ma c’è una sottile linea rossa che lega il “nuovo corso” renziano e la Sicilia orientale, a cominciare dal rapporto diretto con i Sindaci, non mediato dalla burocrazia regionale.

 L’inserimento delle politiche scolastiche tra le priorità del Governo e l’avvio delle procedure per poter intervenire da subito, cambiando i patto di stabilità interno, è stato messo in opera dall’inquilino di Palazzo Chigi chiamando in causa direttamente gli amministratori locali per mezzo di una lettera inviata ai primi cittadini due giorni addietro: “Vogliamo che il 2014 segni l’investimento più significativo mai fatto da un Governo centrale sull’edilizia scolastica. Stiamo lavorando per affrontare le assurde ricadute del patto di stabilità interno. Vi chiedo – continua la lettera – di scegliere all’interno del vostro Comune un edificio scolastico. Di inviarci entro il 15 marzo una nota molto sintetica sullo stato dell’arte. Non vi chiediamo progetti esecutivi o dettagliati: ci occorre – per il momento – l’indicazione della scuola, il valore dell’intervento, le modalità di finanziamento che avete previsto, la tempistica di realizzazione. Semplice e operativo come sanno essere i Sindaci”. Una richiesta subito accolta dal più “renziano” dei Sindaci siciliani, il primo cittadino di Catania Enzo Bianco, il quale ha già segnalato il circolo didattico Nazario Sauro, costruito in cemento armato ma realizzato quando non era ancora in vigore alcuna norma antisismica.

Anche l’incontro istituzionale con gli imprenditori e i sindaci del siracusano è in linea con il “nuovo corso” di Renzi e del suo governo. Sembra configurarsi un diverso rapporto tra il governo centrale e le realtà economico-sociali locali, più diretto e non mediato dalle Regioni, soprattutto per le questioni che riguardano la progettazione europea. Le nuove linee guida per i finanziamenti alle c.d. Aree Vaste sembrano inconciliabili con l’inefficienza cronica della burocrazia regionale che negli ultimi anni ha perso opportunità di finanziamento per circa 30 miliardi.

Ed è in questo frangente che ritorna alla ribalta il “gruppo di pressione” della Sicilia orientale. Alla nascita del c.d. Distretto Sud-Est – patrocinato dal Presidente della Repubblica in visita a Catania una settimana fa – si aggiungono nuove possibilità dettate da un rapporto virtuoso tra imprenditori e amministratori locali. Proprio in quella occasione, ancora Enzo Bianco non risparmiò critiche alla autonomia speciale siciliana, “troppo spesso diventata un handicap” a causa della sua “elefantiasi che produce sprechi e lentezze”. Confindustria in prima linea, ma anche altre organizzazioni datoriali, professionisti e imprenditori tenteranno di dire la loro sul futuro di questa parte di Sicilia che da sola rappresenta l’80 % del PIL regionale non legato alla pubblica amministrazione.

Gruppi di pressione che nascono spontanei sulla scorta delle nuove opportunità di sviluppo, a partire dalla nuova logistica portuale disegnata dal ministro Lupi a cui fa eco la proposta del “Porto dello Jonio” lanciata dall’organizzazione catanese “Il Tavolo per le imprese”, guidata dall’imprenditore “renziano” Giuseppe Ursino. L’idea, che sarà discussa in un meeting il prossimo 7 marzo, parte da una visione nella quale il “Porto dello Ionio” esprime l’Authority, il governo unico e di interesse strategico che identifica gli scali portuali delle sei città: Catania, Messina, Siracusa, Augusta, Pozzallo e Gela.

Con queste premesse c’è da scommettere che anche i “rottamatori” occidentali si diano una (s)mossa.

http://www.siciliainformazioni.com/86699/la-visita-di-renzi-e-la-pressione-delloriente-siciliano

Napolitano a Catania e il protocollo del silenzio

 

 

Napolitano

Catania blindata e in bella mostra per la visita del Presidente della Repubblica, figura istituzionale che mancava da 14 anni nella città ai piedi dell’Etna. Blindati anche i tombini, scrupolosamente controllati già il giorno prima dagli artificieri della Polizia di Stato. Blindati anche i giornalisti, che hanno seguito gli eventi legati alla visita in spazi ben delimitati e tenuti a debita distanza dal Presidente.La collaudata macchina della comunicazione istituzionale ha comunque svolto egregiamente il suo compito.

 

L’incontro alla Sala Bellini del Comune di Catania è stato principalmente dedicato alla presentazione del Distretto Sud-Est, che con il Patrocinio del Capo dello Stato tenta di proporsi come realtà economico-territoriale riconosciuta. Il Presidente ascolta ma non prenderà parola attuando un insolito “protocollo del silenzio” Il sindaco Enzo Bianco in prima linea affiancato da Ivan Lo Bello, Vicepresidente nazionale di Confindustria, nella presentazione del Distretto che da solo rappresenta l’80 % del PIL regionale, (escluso il volume di prodotto di pertinenza della pubblica amministrazione). Il territorio del Distretto del Sud-Est va dall’Etna a Portopalo ma potrebbe anche includere i territori di Taormina e Giardini, di piazza Armerina e Morgantina, tutti siti turistici di grande interesse serviti dall’aeroporto di Catania. Un piano per la fruizione del più grande vulcano attivo d’Europa con la realizzazione di una strada per raggiungere l’Etna, il potenziamento dell’aeroporto di Catania con l’allungamento della pista per permettere l’atterraggio e il decollo dei nuovi superaerei a pieno carico, la definizione di un unico sistema portuale con i porti interessati specializzati in base alle rispettive vocazioni.

 

Manifestazione di intenti, buoni propositi, richiesta di infrastrutture e soprattutto l’obiettivo di puntare ai finanziamenti europei destinati alle c.d. Aree Vaste. Non è un caso se la proposta di rimodulazione della coesione territoriale in Sicilia, così come la vedono i nove Enti Fondatori del Distretto, arriva in concomitanza con l’abolizione delle Province, l’istituzione dei liberi consorzi e l’istituzione delle Zone Franche Urbane in Sicilia. Giorgio Napolitano ascolta le relazioni che in sostanza ripropongono il “gruppo di pressione” della Sicilia orientale e che promette di non fare sconti né a Palermo né a Roma.

 

Il Sindaco Bianco afferma che “la strada per la ripresa passa anzitutto dalla portà della legalità”;serba un ringraziamento speciale per la Magistratura e le forze di Polizia elencando tutti i risultati ottenuti negli ultimi tempi dagli inquirenti: “sotto la guida della Procura, La Dia, Polizia e Carabinieri hanno complessivamente eseguito un totale di 149 arresti, liberando alcune zone della città da presenze arroganti e attività criminali insopportabili”. Peccato che proprio i magistrati artefici di questi “risultati eccezionali” fossero assenti: “Non sono stato invitato”, così ha risposto il procuratore Giovanni Salvi ad Antonio Condorelli di LiveSiciliaCatania. Episodio chiarito da Enzo Bianco che si giustifica facendo sapere che si è trattato solamente di un “equivoco”. Certo c’è da considerare il fatto che dal punto di vista “istituzionale” il Palazzo di Giustizia etneo fosse rappresentato in Comune da Giovanni Tinebra, magistrato di lungo corso e Procuratore Generale a Catania; mentre Giovanni Salvi ha presenziato all’inaugurazione dell’anno accademico.

 

Facendo un esercizio di retrospettiva, l’accademia sembra luogo favorevole e campo idoneo a rappresentare le diverse posizioni dottrinali sul rapporto politica e magistratura e sui conflitti tra poteri dello stato. Anche se su piani diversi e con prerogative distinte, la figura dell’attuale Capo dello Stato e quella del Procuratore della Repubblica in servizio a Catania ben rappresentano la differenze di orientamento su alcune questioni che investono l’attualità istituzionale del nostro Paese. Le idee di Napolitano in merito sono già note: il conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale in merito alle intercettazioni telefoniche dell’ex Ministro dell’Interno Nicola Mancino – che potrebbero dirci qualcosa in più su alcuni passaggi fondamentali della presunta trattativa Stato-mafia – la dice lunga sulla concezione di predominanza che l’attuale Capo dello Stato assegna alle proprie prerogative costituzionali. Mentre la storia professionale di Salvi, i suoi contributi giurisprudenziali sul rapporto tra segreto di Stato e processo penale, ci restituiscono l’immagine di un magistrato ispirato più dal principio dell’equilibrio tra i poteri dello Stato.

In ogni caso le speculazioni accademiche si fermano qui, visto che il Presidente della Repubblica rispetta il protocollo del silenzio anche alla cerimonia dell’Ateneo catanese. Il Rettore Giacomo Pignataro però non rinuncia ad esternare le preoccupazioni sul destino dell’Università e sul rischio che l’istituzione accademica non riesca più a garantire i principi di universalità e mobilità sociale costituzionalmente garantiti.

 

Napolitano conclude il “giro” allo stabilimento della ST Microelectronics, stabilimento simbolo della realtà produttiva catanese. Ma se da un lato le istituzioni locali e la dirigenza della multinazionale tentano di rilanciare il sogno infranto dell’Etna Valley, fuori dallo stabilimento, un presidio dei lavoratori della Micron mostra uno striscione che recita: “Da eccellenze a eccedenze”. I lavoratori, che chiedono da tempo un intervento delle istituzioni sulla loro delicata vicenda, sono stati avvicinati dal Capo dello Stato, il quale si è soffermato a parlare con loro spiegando di aver letto la lettera aperta dei sindacati a lui indirizzata e di essere intenzionato a porre il problema al governo nazionale e alla Commissione Europea concludendo: “voi rappresentate un capitale umano prezioso”.

 

Il Presidente della Repubblica riparte e lascia la città che per l’occasione ha fatto bella mostra di sé. Ma da domani, tolte le transenne, potrà tranquillamente tornare sua alla caotica quotidianità.

 

Sicilia militarizzata, MUOS e Sigonella: lo stato d’avanzamento

Microsoft PowerPoint - 2013_09_09_MIlitary Tactical CommunicatioA novembre sono ripartiti i lavori per il Muos, in contrada Ulmo. Dopo lo stop durato circa sei mesi, periodo durante il quale sono emersi gli atteggiamenti ondivaghi dell’amministrazione regionale, riprendono le attività nella Sughereta di Niscemi in attesa del “Big Lift”, ovvero il sollevamento e il posizionamento delle parabole, previsto per gennaio 2014. Sullo sfondo le battaglie legali che sostanzialmente ripropongono la situazione di stallo tra Governo centrale e autorità locali. Il completamento dei lavori a Niscemi – che secondo i funzionari del Pentagono necessita di 14 mesi – rimane una questione chiave per la piena operatività del sistema. Secondo il “fact sheet” distribuito a settembre dalla US Navy, il sistema di comunicazione globale entrerà in esercizio dal 2015.

Le altre tre “ground stations” sono già state completate e collaudate dalla U.S. Navy. La connettività del satellite equatoriale con le stazioni dell’emisfero boreale è stata testata provando connessioni radio/dati dal circolo polare artico, mentre il test della funzionalità di comunicazione in volo è stato condotto installando il sistema radio per aeromobili ARC-210 su un L-100 Hercules (versione commerciale del C-130). Le nuove potenzialità testate sembrano soddisfare le aspettative riposte nel sistema satellitare che promette di cambiare il volto delle operazioni militari statunitensi. Uno strumento che garantirà capacità operative più penetranti e onnipresenti.

I tempi strettissimi dettati dalla problematica situazione siciliana hanno imposto una velocizzazione delle altre attività correlate: il secondo satellite della costellazione MUOS – lanciato il 19 luglio scorso – ha completato tutti i test in orbita nella metà del tempo impiegato per il test del primo satellite. Sempre secondo quanto diffuso da Lockeed Martin, il terzo satellite è completo al 94%, il quarto è giunto al 89 % e il quinto (quello di riserva) è completo al 74 %. Alla commessa, che raggiungerà complessivamente il valore di circa 6 miliardi di dollari, partecipano oltre Lockeed Martin in qualità di “prime contractor”, la General Dynamics, Boeing, Ericsson e Harris corporation. Per il lancio dei satelliti in orbita viene impiegato il sistema di lancio Atlas V, che utilizza propulsori RD 180, derivato dai sovietici Zenit, prodotto in Russia ma attualmente venduto al governo degli Stati Uniti dalla RD AMROSS una joint venture tra la Pratt & Whitney Rocketdyne e la NPO Energomash.

SIGONELLA – Nuove manovre coinvolgeranno la Sicilia all’inizio del 2014. L’8th Marines arriverà in Europa nell’ambito delle attività addestrative previste per le operazioni dello Special Purpose Marine Air Ground Task Force for Crisis Response (SPMAGTF). E’ prevista infatti una rotazione dei marines appartenenti alle SOF (Special Operation Forces) che fanno riferimento tutte al quartier generale di Sigonella. Le forze verranno dislocate in Sicilia e nel Mar Nero. Il ruolo centrale della base di Sigonella per le operazioni speciali, si consoliderà e, presumibilmente, la base dovrà ulteriormente ampliare le proprie capacità logistiche e operative. Tutto ciò a causa delle difficoltà oggettive presenti in Nord Africa: la persistente instabilità politica della sponda sud del Mediterraneo, non consente l’individuazione di un Centro di Coordinamento per le SOF nella regione, quindi la base siciliana dovrà farsi carico, oltre che del Nord Africa, della fascia del Sahel e del Corno.

Nella base siciliana – individuata come sede del programma NATO Air Ground Surveillance (AGS) – arriveranno all’inizio del 2014 i primi Global Hawk. E’ cominciata infatti, i primi di dicembre, la produzione dei 5 droni previsti dal programma, nello stabilimento della Northrop Grumman in Mississippi. Nel progetto industriale, che coinvolge l’Italia per una quota di 120 milioni di dollari, partecipa anche Finmeccanica tramite la controllata Selex.

Allo stato delle cose, l’unico aspetto della questione che sembra destinato a subire una battuta d’arresto è proprio l’azione di contrasto alle mire egemoniche degli Stati Uniti. Le azioni legali dei Comitati e dei movimenti, che si sono rivolti al TAR impugnando la “revoca della revoca” al fine di ottenere la sospensione dei lavori nella Sughereta di Niscemi, rischiano di trovare risposta il 27 marzo, ad antenne già alzate.

http://www.siciliainformazioni.com/sicilia-informazioni/63958/sigonella-manovre-nel-2014-arriva-lottavo-marines

Mediterraneo pattumiera per l’arsenale chimico siriano

medfotoL’amministrazione Obama ha proposto di occuparsi della dismissione dell’arsenale chimico siriano. Ma giusto per non perdere tempo e denaro trasportando gli aggressivi chimici in suolo statunitense e trattarli in un impianto di terra, stanno pensando bene di effettuare il processo di dismissione in acque internazionali, nel Mediterraneo, utilizzando un complesso sistema di idrolisi installato a bordo di una nave americana, la MV Cape Ray. Il tutto sotto la sorveglianza delle navi da guerra della US Navy.

Questo sarebbe il piano predisposto dal National Security Council statunitense, comunicato dal portavoce Jonathan Lalley ad Associated Press. Secondo quanto riportato dalla nota, la soluzione proposta potrebbe favorire un più celere smaltimento dell’arsenale chimico siriano evitando problemi di natura diplomatica o di sicurezza ambientale.

In ultima istanza la decisione di procedere a verso questa modalità di smaltimento spetterà all’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, un osservatorio globale formato da 190 stati membri con sede in Olanda. I dubbi sulla soluzione adottata restano, se si considera che fino ad ora nessuno Stato si è offerto di trattare sul proprio suolo gli aggressivi neurotossici, dove andranno a finire i composti trattati a bordo?

http://www.siciliainformazioni.com/sicilia-informazioni/62672/mediterraneo-pattumiera-per-larsenale-chimico-siriano

Esercitazioni NATO antiterrorismo nei cieli siciliani

foto: Aeronautica Militare
foto: Aeronautica Militare

Lo spazio aereo siciliano è probabilmente tra i più sorvegliati nell’area del Mediterraneo, lo è sempre stato, principalmente per la difesa delle installazioni militari presenti sul territorio. Su di esso, inoltre, insiste il traffico aereo civile degli aeroporti di Palermo e Catania, che rende lo scenario ancora più complesso. La coesistenza di rotte civili e militari impone un sistema di sorveglianza e controllo che deve necessariamente fare i conti con la sicurezza di entrambe.

Se da un lato c’è la necessità di salvaguardare il traffico aereo civile dalle interferenze che i sistemi di comunicazione militari potrebbero causare ai radar di controllo – e in questa ottica vanno inquadrate le preoccupazioni relative all‘impatto che il Muos avrebbe sull’emergente scalo civile di Comiso – dall’altro bisogna garantire che i voli civili non vengano utilizzati come strumento offensivo da parte dei gruppi terroristi che attualmente gravitano all’ombra della c.d. “primavera araba”.

E’ compito dell’Aeronautica Militare assicurare la sorveglianza dello spazio aereo nazionale, controllo che viene svolto senza soluzione di continuità dai comandi militari italiani in modalità integrata con i principali centri di controllo Nato. Le modalità di impiego dei caccia supersonici a questo scopo vengono dettate da precisi protocolli d’intervento che prevedono un ordine di decollo immediato, in gergo tecnico “scramble”, nel caso venga rilevata una traccia radar non identificata.

Le attività di esercitazione previste ed effettuate in territorio siciliano dalle forze armate NATO, italiane e statunitensi sono concepite per scenari d’intervento diversificati: dalle modalità di intervento delle SOF (le forze operative speciali dislocate a Sigonella, le quali sostanzialmente si addestrano su situazioni d’intervento a terra utilizzando gli aeromobili MC 130 e i “convertiplano” a decollo verticale C-22); all’intervento dei caccia supersonici in funzione antiterroristica.

foto: Aeronautica Militare
foto: Aeronautica Militare

Questo secondo scenario prevede la simulazione del dirottamento di un aereo passeggeri in transito nello spazio aereo italiano, da parte di un gruppo di “terroristi”. Al decollo immediato dei caccia supersonici segue l’attività di intercettazione e di intimazione all’atterraggio, in coordinamento con le forze di Polizia terrestri a cui è devoluto il compito della liberazione degli ostaggi e la cattura dei dirottatori.

Il bang supersonico avvertito due giorni fa nei cieli di Caltanissetta potrebbe essere stato causato da uno degli Eurofighter 2000 di stanza a Birgi – aeroporto militare aperto al traffico civile dell’aeronautica italiana – nel quale è presente un distaccamento Usaf con copertura Nato.

Di norma il 37° stormo di Trapani è coinvolto in queste esercitazioni come forza di supporto e back-up al 4° Stormo di Grosseto e al 36° Stormo di Gioia del Colle(BA), tutti equipaggiati con velivoli caccia Eurofighter. L’Aeronautica Militare è impegnata nella sorveglianza e nel controllo degli spazi aerei e la protezione degli obiettivi sensibili in Sicilia potrebbe far aumentare le attività di addestramento nei cieli siciliani, il tutto a discapito delle nostre orecchie ma a garanzia dei nostri aeroporti.

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