A novembre sono ripartiti i lavori per il Muos, in contrada Ulmo. Dopo lo stop durato circa sei mesi, periodo durante il quale sono emersi gli atteggiamenti ondivaghi dell’amministrazione regionale, riprendono le attività nella Sughereta di Niscemi in attesa del “Big Lift”, ovvero il sollevamento e il posizionamento delle parabole, previsto per gennaio 2014. Sullo sfondo le battaglie legali che sostanzialmente ripropongono la situazione di stallo tra Governo centrale e autorità locali. Il completamento dei lavori a Niscemi – che secondo i funzionari del Pentagono necessita di 14 mesi – rimane una questione chiave per la piena operatività del sistema. Secondo il “fact sheet” distribuito a settembre dalla US Navy, il sistema di comunicazione globale entrerà in esercizio dal 2015.
Le altre tre “ground stations” sono già state completate e collaudate dalla U.S. Navy. La connettività del satellite equatoriale con le stazioni dell’emisfero boreale è stata testata provando connessioni radio/dati dal circolo polare artico, mentre il test della funzionalità di comunicazione in volo è stato condotto installando il sistema radio per aeromobili ARC-210 su un L-100 Hercules (versione commerciale del C-130). Le nuove potenzialità testate sembrano soddisfare le aspettative riposte nel sistema satellitare che promette di cambiare il volto delle operazioni militari statunitensi. Uno strumento che garantirà capacità operative più penetranti e onnipresenti.
I tempi strettissimi dettati dalla problematica situazione siciliana hanno imposto una velocizzazione delle altre attività correlate: il secondo satellite della costellazione MUOS – lanciato il 19 luglio scorso – ha completato tutti i test in orbita nella metà del tempo impiegato per il test del primo satellite. Sempre secondo quanto diffuso da Lockeed Martin, il terzo satellite è completo al 94%, il quarto è giunto al 89 % e il quinto (quello di riserva) è completo al 74 %. Alla commessa, che raggiungerà complessivamente il valore di circa 6 miliardi di dollari, partecipano oltre Lockeed Martin in qualità di “prime contractor”, la General Dynamics, Boeing, Ericsson e Harris corporation. Per il lancio dei satelliti in orbita viene impiegato il sistema di lancio Atlas V, che utilizza propulsori RD 180, derivato dai sovietici Zenit, prodotto in Russia ma attualmente venduto al governo degli Stati Uniti dalla RD AMROSS una joint venture tra la Pratt & Whitney Rocketdyne e la NPO Energomash.
SIGONELLA – Nuove manovre coinvolgeranno la Sicilia all’inizio del 2014. L’8th Marines arriverà in Europa nell’ambito delle attività addestrative previste per le operazioni dello Special Purpose Marine Air Ground Task Force for Crisis Response (SPMAGTF). E’ prevista infatti una rotazione dei marines appartenenti alle SOF (Special Operation Forces) che fanno riferimento tutte al quartier generale di Sigonella. Le forze verranno dislocate in Sicilia e nel Mar Nero. Il ruolo centrale della base di Sigonella per le operazioni speciali, si consoliderà e, presumibilmente, la base dovrà ulteriormente ampliare le proprie capacità logistiche e operative. Tutto ciò a causa delle difficoltà oggettive presenti in Nord Africa: la persistente instabilità politica della sponda sud del Mediterraneo, non consente l’individuazione di un Centro di Coordinamento per le SOF nella regione, quindi la base siciliana dovrà farsi carico, oltre che del Nord Africa, della fascia del Sahel e del Corno.
Nella base siciliana – individuata come sede del programma NATO Air Ground Surveillance (AGS) – arriveranno all’inizio del 2014 i primi Global Hawk. E’ cominciata infatti, i primi di dicembre, la produzione dei 5 droni previsti dal programma, nello stabilimento della Northrop Grumman in Mississippi. Nel progetto industriale, che coinvolge l’Italia per una quota di 120 milioni di dollari, partecipa anche Finmeccanica tramite la controllata Selex.
Allo stato delle cose, l’unico aspetto della questione che sembra destinato a subire una battuta d’arresto è proprio l’azione di contrasto alle mire egemoniche degli Stati Uniti. Le azioni legali dei Comitati e dei movimenti, che si sono rivolti al TAR impugnando la “revoca della revoca” al fine di ottenere la sospensione dei lavori nella Sughereta di Niscemi, rischiano di trovare risposta il 27 marzo, ad antenne già alzate.