Napolitano a Catania e il protocollo del silenzio

 

 

Napolitano

Catania blindata e in bella mostra per la visita del Presidente della Repubblica, figura istituzionale che mancava da 14 anni nella città ai piedi dell’Etna. Blindati anche i tombini, scrupolosamente controllati già il giorno prima dagli artificieri della Polizia di Stato. Blindati anche i giornalisti, che hanno seguito gli eventi legati alla visita in spazi ben delimitati e tenuti a debita distanza dal Presidente.La collaudata macchina della comunicazione istituzionale ha comunque svolto egregiamente il suo compito.

 

L’incontro alla Sala Bellini del Comune di Catania è stato principalmente dedicato alla presentazione del Distretto Sud-Est, che con il Patrocinio del Capo dello Stato tenta di proporsi come realtà economico-territoriale riconosciuta. Il Presidente ascolta ma non prenderà parola attuando un insolito “protocollo del silenzio” Il sindaco Enzo Bianco in prima linea affiancato da Ivan Lo Bello, Vicepresidente nazionale di Confindustria, nella presentazione del Distretto che da solo rappresenta l’80 % del PIL regionale, (escluso il volume di prodotto di pertinenza della pubblica amministrazione). Il territorio del Distretto del Sud-Est va dall’Etna a Portopalo ma potrebbe anche includere i territori di Taormina e Giardini, di piazza Armerina e Morgantina, tutti siti turistici di grande interesse serviti dall’aeroporto di Catania. Un piano per la fruizione del più grande vulcano attivo d’Europa con la realizzazione di una strada per raggiungere l’Etna, il potenziamento dell’aeroporto di Catania con l’allungamento della pista per permettere l’atterraggio e il decollo dei nuovi superaerei a pieno carico, la definizione di un unico sistema portuale con i porti interessati specializzati in base alle rispettive vocazioni.

 

Manifestazione di intenti, buoni propositi, richiesta di infrastrutture e soprattutto l’obiettivo di puntare ai finanziamenti europei destinati alle c.d. Aree Vaste. Non è un caso se la proposta di rimodulazione della coesione territoriale in Sicilia, così come la vedono i nove Enti Fondatori del Distretto, arriva in concomitanza con l’abolizione delle Province, l’istituzione dei liberi consorzi e l’istituzione delle Zone Franche Urbane in Sicilia. Giorgio Napolitano ascolta le relazioni che in sostanza ripropongono il “gruppo di pressione” della Sicilia orientale e che promette di non fare sconti né a Palermo né a Roma.

 

Il Sindaco Bianco afferma che “la strada per la ripresa passa anzitutto dalla portà della legalità”;serba un ringraziamento speciale per la Magistratura e le forze di Polizia elencando tutti i risultati ottenuti negli ultimi tempi dagli inquirenti: “sotto la guida della Procura, La Dia, Polizia e Carabinieri hanno complessivamente eseguito un totale di 149 arresti, liberando alcune zone della città da presenze arroganti e attività criminali insopportabili”. Peccato che proprio i magistrati artefici di questi “risultati eccezionali” fossero assenti: “Non sono stato invitato”, così ha risposto il procuratore Giovanni Salvi ad Antonio Condorelli di LiveSiciliaCatania. Episodio chiarito da Enzo Bianco che si giustifica facendo sapere che si è trattato solamente di un “equivoco”. Certo c’è da considerare il fatto che dal punto di vista “istituzionale” il Palazzo di Giustizia etneo fosse rappresentato in Comune da Giovanni Tinebra, magistrato di lungo corso e Procuratore Generale a Catania; mentre Giovanni Salvi ha presenziato all’inaugurazione dell’anno accademico.

 

Facendo un esercizio di retrospettiva, l’accademia sembra luogo favorevole e campo idoneo a rappresentare le diverse posizioni dottrinali sul rapporto politica e magistratura e sui conflitti tra poteri dello stato. Anche se su piani diversi e con prerogative distinte, la figura dell’attuale Capo dello Stato e quella del Procuratore della Repubblica in servizio a Catania ben rappresentano la differenze di orientamento su alcune questioni che investono l’attualità istituzionale del nostro Paese. Le idee di Napolitano in merito sono già note: il conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale in merito alle intercettazioni telefoniche dell’ex Ministro dell’Interno Nicola Mancino – che potrebbero dirci qualcosa in più su alcuni passaggi fondamentali della presunta trattativa Stato-mafia – la dice lunga sulla concezione di predominanza che l’attuale Capo dello Stato assegna alle proprie prerogative costituzionali. Mentre la storia professionale di Salvi, i suoi contributi giurisprudenziali sul rapporto tra segreto di Stato e processo penale, ci restituiscono l’immagine di un magistrato ispirato più dal principio dell’equilibrio tra i poteri dello Stato.

In ogni caso le speculazioni accademiche si fermano qui, visto che il Presidente della Repubblica rispetta il protocollo del silenzio anche alla cerimonia dell’Ateneo catanese. Il Rettore Giacomo Pignataro però non rinuncia ad esternare le preoccupazioni sul destino dell’Università e sul rischio che l’istituzione accademica non riesca più a garantire i principi di universalità e mobilità sociale costituzionalmente garantiti.

 

Napolitano conclude il “giro” allo stabilimento della ST Microelectronics, stabilimento simbolo della realtà produttiva catanese. Ma se da un lato le istituzioni locali e la dirigenza della multinazionale tentano di rilanciare il sogno infranto dell’Etna Valley, fuori dallo stabilimento, un presidio dei lavoratori della Micron mostra uno striscione che recita: “Da eccellenze a eccedenze”. I lavoratori, che chiedono da tempo un intervento delle istituzioni sulla loro delicata vicenda, sono stati avvicinati dal Capo dello Stato, il quale si è soffermato a parlare con loro spiegando di aver letto la lettera aperta dei sindacati a lui indirizzata e di essere intenzionato a porre il problema al governo nazionale e alla Commissione Europea concludendo: “voi rappresentate un capitale umano prezioso”.

 

Il Presidente della Repubblica riparte e lascia la città che per l’occasione ha fatto bella mostra di sé. Ma da domani, tolte le transenne, potrà tranquillamente tornare sua alla caotica quotidianità.

 

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