Droni antiterrorismo a Sigonella, il programma AGS della NATO

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SIGONELLA. “The hub of the med”, sarà la sede del programma di sorveglianza NATO. I droni “Global hawk”, che arriveranno in Sicilia a pieno regime nel 2016, saranno il fulcro del sistema di sorveglianza. Il comandante dell’Aeroporto e della Base di Sigonella, Colonello Vincenzo Sicuso, spiega i dettagli del programma e l’upgrade della struttura militare. L’ impiego degli aerei a pilotaggio remoto “consentirà di essere presenti laddove la minaccia concretamente si può manifestare”. “Il terrorismo, oggi, è “la minaccia” – afferma il comandante – la sorveglianza e la raccolta informazioni potrebbero prevenire fatti come quelli di Parigi”.

Il Global Hawk è dotato di tecnologia avanzata che potrà essere utilizzata per svariati scenari: dal monitoraggio delle minacce terroristiche, alla ricognizione e ricerca in caso di disastri naturali. “I fatti di Parigi ci ricordano come oggi – afferma il colonnello Sicuso – la minaccia ‘esterna’ può emergere anche dall’interno”. Su queste esigenze è basato anche l’accordo tra l’Aeronautica Militare e Forze dell’Ordine (Polizia e Carabinieri) per l’impiego dei velivoli senza pilota su tutto il territorio nazionale, per la gestione di criticità interne e d’investigazione. “Si opererà affinché il meglio della raccolta informativa – prosegue il colonnello – possa essere utilizzato da chi ne ha più bisogno”.

Il 2015 sarà l’anno dell’adeguamento delle infrastrutture e della formazione del personale, in attesa che i Global Hawk, già prodotti dalla Northrop Grumman, giungano in Sicilia nel 2016. Nuovi Hangar e nuove piazzole accoglieranno gli APR (aerei a pilotaggio remoto) i quali, insieme agli altri aeromobili in esercizio già presenti nella base, costituiranno un unico sistema di difesa mirato alla prevenzione: “I velivoli non portano bombe – afferma il comandante – gli UAV (unmanned aerial system), ci aiuteranno a essere presenti laddove la minaccia si può creare”. La raccolta delle informazioni e la sorveglianza hanno la funzione di privilegiare la prevenzione di situazioni critiche piuttosto che la reazione a atti terroristici, perché “reagire costa di più – chiosa il colonnello Sicuso – e i morti non puoi farli tornare”.

In missione dimostrativa sull’Atlantic, velivolo che andrà in pensione tra qualche mese dopo più di quaranta anni di servizio, il comandante pilota traccia inoltre un bilancio della partecipazione del 41esimo stormo di Sigonella alle attività legate all’operazione Mare Nostrum: 2000 ore di volo in ricerca dei natanti e di informazioni, grazie alle quali sono stati tratti in salvo circa 120.000 migranti dalla Marina Militare. Il pattugliamento aereo delle acque territoriali è stato sempre assicurato dai mezzi dell’Aeronautica militare, l’Atlantic ha raggiunto l’apice dell’impiego operativo durante la ‘guerra fredda’, quando la presenza nel Mediterraneo di sommergibili sovietici creava costanti situazioni di allerta.

Oggi la situazione è cambiata, ma il pattugliamento del Mediterraneo rimane sempre di fondamentale importanza per la difesa dei confini nazionali, ed è per questo che “nonostante la missione europea ‘Triton’ preveda il limite delle 12 miglia in prossimità della zona SAR (search and rescue) – afferma il comandante – la nostra attività si estende comunque oltre questo limite, e questo viene fatto indipendentemente dalle crisi e dalle emergenze umanitarie in corso”.

http://catania.livesicilia.it/2015/01/21/sigonella-verso-i-droni-antiterrorismo-in-missione-a-bordo-dellatlantic-video_325113/

Esercitazioni NATO antiterrorismo nei cieli siciliani

foto: Aeronautica Militare
foto: Aeronautica Militare

Lo spazio aereo siciliano è probabilmente tra i più sorvegliati nell’area del Mediterraneo, lo è sempre stato, principalmente per la difesa delle installazioni militari presenti sul territorio. Su di esso, inoltre, insiste il traffico aereo civile degli aeroporti di Palermo e Catania, che rende lo scenario ancora più complesso. La coesistenza di rotte civili e militari impone un sistema di sorveglianza e controllo che deve necessariamente fare i conti con la sicurezza di entrambe.

Se da un lato c’è la necessità di salvaguardare il traffico aereo civile dalle interferenze che i sistemi di comunicazione militari potrebbero causare ai radar di controllo – e in questa ottica vanno inquadrate le preoccupazioni relative all‘impatto che il Muos avrebbe sull’emergente scalo civile di Comiso – dall’altro bisogna garantire che i voli civili non vengano utilizzati come strumento offensivo da parte dei gruppi terroristi che attualmente gravitano all’ombra della c.d. “primavera araba”.

E’ compito dell’Aeronautica Militare assicurare la sorveglianza dello spazio aereo nazionale, controllo che viene svolto senza soluzione di continuità dai comandi militari italiani in modalità integrata con i principali centri di controllo Nato. Le modalità di impiego dei caccia supersonici a questo scopo vengono dettate da precisi protocolli d’intervento che prevedono un ordine di decollo immediato, in gergo tecnico “scramble”, nel caso venga rilevata una traccia radar non identificata.

Le attività di esercitazione previste ed effettuate in territorio siciliano dalle forze armate NATO, italiane e statunitensi sono concepite per scenari d’intervento diversificati: dalle modalità di intervento delle SOF (le forze operative speciali dislocate a Sigonella, le quali sostanzialmente si addestrano su situazioni d’intervento a terra utilizzando gli aeromobili MC 130 e i “convertiplano” a decollo verticale C-22); all’intervento dei caccia supersonici in funzione antiterroristica.

foto: Aeronautica Militare
foto: Aeronautica Militare

Questo secondo scenario prevede la simulazione del dirottamento di un aereo passeggeri in transito nello spazio aereo italiano, da parte di un gruppo di “terroristi”. Al decollo immediato dei caccia supersonici segue l’attività di intercettazione e di intimazione all’atterraggio, in coordinamento con le forze di Polizia terrestri a cui è devoluto il compito della liberazione degli ostaggi e la cattura dei dirottatori.

Il bang supersonico avvertito due giorni fa nei cieli di Caltanissetta potrebbe essere stato causato da uno degli Eurofighter 2000 di stanza a Birgi – aeroporto militare aperto al traffico civile dell’aeronautica italiana – nel quale è presente un distaccamento Usaf con copertura Nato.

Di norma il 37° stormo di Trapani è coinvolto in queste esercitazioni come forza di supporto e back-up al 4° Stormo di Grosseto e al 36° Stormo di Gioia del Colle(BA), tutti equipaggiati con velivoli caccia Eurofighter. L’Aeronautica Militare è impegnata nella sorveglianza e nel controllo degli spazi aerei e la protezione degli obiettivi sensibili in Sicilia potrebbe far aumentare le attività di addestramento nei cieli siciliani, il tutto a discapito delle nostre orecchie ma a garanzia dei nostri aeroporti.

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