Distretto Sud est, Tajani a Catania

tajani

Prove tecniche di lobbying europeo per i rappresentanti del Distretto Sud Est. Oggi a Catania il Vice presidente della Commissione Europea Antonio Tajani ha incontrato i rappresentanti istituzionali e delle realtà economico produttive della Sicilia orientale. Padrone di casa, il sindaco di Catania Enzo Bianco, il quale, già dalla visita del Presidente Napolitano, si è ritagliato il ruolo di mentore e amministratore capofila del Distretto.

 

Antonio Tajani è dal 2009 anche Commissario europeo all’Industria e all’Imprenditoria. I nuovi centri di interesse sembrano essere cuciti addosso ai nuovi criteri razionali europei: “io credo molto nei distretti – dice Tajani – e si puo fare ancora di più puntando sul modello europeo che è quello del cluster, un distretto allargato che va oltre il confine territoriale di uno stesso stato, ci sono fondi europei anche per sviluppare questi progetti”, e riferendosi alla realtà industriale Hi Tech prosegue: “L’industria è la soluzione per uscire dalla crisi, non si crea occupazione se non ci sono industrie moderne, competitive e non inquinanti. Catania con il suo territorio ha questo tessuto moderno e competitivo altamente tecnologico che deve essere potenziato”.

 

Una nuova visione dei fondi regionali per impedire storture e sottoutilizzazioni: “ci sono per la prima volta 150 miliardi di euro nel bilancio comunitario 2014 2020 per fare politica industriale – prosegue Tajani – e una parte consistente di questi fondi proviene dai fondi regionali, cioè abbiamo di fatto vincolato 100 miliardi di fondi regionali per fare politica industriale, non dev’essere Bruxelles a dire che tipo di politica industriale e quali settori sviluppare, ma dovrà essere il territorio a decidere quali settori industriali sostenere e promuovere, e quali interventi sono necessari fare”. Non si tratta di imposizioni della burocrazia di Bruxelles, in sostanza bisogna evitare che i fondi regionali vangano utilizzati per finanziare attività improduttive o che peggio alimentano politiche clientelari. In relazione alla sottoutilizzazione dei fondi il Commissario ribadisce che “non è un problema che riguarda solo la Sicilia ma anche altre regioni del mezzogiorno, serve più progettualità”.

rappresentanti distretto

 

Le istanze che provengono dagli imprenditori e dalle associazioni di categoria convergono tutte sulla necessità di un intervento più incisivo della politica europea sulle questioni cruciali per lo sviluppo economico di questa parte dell’Italia: infrastrutture che consentano alle imprese di poter competere con il mercato globale, in primo luogo l’adeguamento del sistema portuale e aeroportuale della Sicilia orientale. I porti di Catania, Siracusa e Pozzallo, così come gli aeroporti di Fontanarossa e Comiso devono – come sottolineato da Enzo Bianco – mantenendo l’autonomia gestionale, fare riferimento ad un unico disegno strategico.

 

Le condizioni di partenza per chi sceglie di fare impresa in Sicilia non sono delle migliori: ancora Bianco sollecita Tajani sulla possibilità di intervenire sui costi dell’energia – che da noi sono circa un terzo in più rispetto alla media – attuando misure che possano ridurre il fardello della bolletta elettrica. “Non chiediamo aiuti di Stato, ma misure che possano riportare il costo dell’energia a livelli concorrenziali”. Il Commissario europeo per l’Industria evidenzia come il prezzo dell’energia risenta della mancanza di un mercato europeo di riferimento, e che molto può essere fatto migliorando ed ampliando le reti di distribuzione.

 

Antonio Tajani approfitta della visita catanese per illustrare l’attività svolta dal 2010 al 2014 in Commissione Europea, e, sollecitato da una nostra domanda sul futuro dell’Istituzione che ultimamente non gode di molta popolarità ci risponde: “L’Europa non è una macchina per dare soldi, l’Europa è la nostra storia e la nostra civiltà, in futuro potrebbe diventare gli Stati Uniti d’Europa dove ci sono tante differenze, che devono essere considerate una risorsa. Serve più Europa politica e meno Europa burocratica, serve un’Europa che punti alla politica della crescita economica e sociale. Senza questa prospettiva i sacrifici non serviranno a nulla”.