Esercitazioni NATO antiterrorismo nei cieli siciliani

foto: Aeronautica Militare
foto: Aeronautica Militare

Lo spazio aereo siciliano è probabilmente tra i più sorvegliati nell’area del Mediterraneo, lo è sempre stato, principalmente per la difesa delle installazioni militari presenti sul territorio. Su di esso, inoltre, insiste il traffico aereo civile degli aeroporti di Palermo e Catania, che rende lo scenario ancora più complesso. La coesistenza di rotte civili e militari impone un sistema di sorveglianza e controllo che deve necessariamente fare i conti con la sicurezza di entrambe.

Se da un lato c’è la necessità di salvaguardare il traffico aereo civile dalle interferenze che i sistemi di comunicazione militari potrebbero causare ai radar di controllo – e in questa ottica vanno inquadrate le preoccupazioni relative all‘impatto che il Muos avrebbe sull’emergente scalo civile di Comiso – dall’altro bisogna garantire che i voli civili non vengano utilizzati come strumento offensivo da parte dei gruppi terroristi che attualmente gravitano all’ombra della c.d. “primavera araba”.

E’ compito dell’Aeronautica Militare assicurare la sorveglianza dello spazio aereo nazionale, controllo che viene svolto senza soluzione di continuità dai comandi militari italiani in modalità integrata con i principali centri di controllo Nato. Le modalità di impiego dei caccia supersonici a questo scopo vengono dettate da precisi protocolli d’intervento che prevedono un ordine di decollo immediato, in gergo tecnico “scramble”, nel caso venga rilevata una traccia radar non identificata.

Le attività di esercitazione previste ed effettuate in territorio siciliano dalle forze armate NATO, italiane e statunitensi sono concepite per scenari d’intervento diversificati: dalle modalità di intervento delle SOF (le forze operative speciali dislocate a Sigonella, le quali sostanzialmente si addestrano su situazioni d’intervento a terra utilizzando gli aeromobili MC 130 e i “convertiplano” a decollo verticale C-22); all’intervento dei caccia supersonici in funzione antiterroristica.

foto: Aeronautica Militare
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Questo secondo scenario prevede la simulazione del dirottamento di un aereo passeggeri in transito nello spazio aereo italiano, da parte di un gruppo di “terroristi”. Al decollo immediato dei caccia supersonici segue l’attività di intercettazione e di intimazione all’atterraggio, in coordinamento con le forze di Polizia terrestri a cui è devoluto il compito della liberazione degli ostaggi e la cattura dei dirottatori.

Il bang supersonico avvertito due giorni fa nei cieli di Caltanissetta potrebbe essere stato causato da uno degli Eurofighter 2000 di stanza a Birgi – aeroporto militare aperto al traffico civile dell’aeronautica italiana – nel quale è presente un distaccamento Usaf con copertura Nato.

Di norma il 37° stormo di Trapani è coinvolto in queste esercitazioni come forza di supporto e back-up al 4° Stormo di Grosseto e al 36° Stormo di Gioia del Colle(BA), tutti equipaggiati con velivoli caccia Eurofighter. L’Aeronautica Militare è impegnata nella sorveglianza e nel controllo degli spazi aerei e la protezione degli obiettivi sensibili in Sicilia potrebbe far aumentare le attività di addestramento nei cieli siciliani, il tutto a discapito delle nostre orecchie ma a garanzia dei nostri aeroporti.

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