Ambasciatore Ucraina in Sicilia: “Il Gas? Strumento di pressione”

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L’ambasciatore Yevhen Perelygin fa tappa in Sicilia per un giro diplomatico finalizzato a “sviluppare accordi bilaterali con l’Italia anche a livello regionale”, ma il tema della discussione è la crisi in Ucraina.

Sul ruolo dell’Italia nella crisi, il diplomatico afferma: “Il Governo Italiano ha fatto di tutto per sostenere l’integrità territoriale dell’Ucraina, noi speriamo che il ruolo dell’Italia nel processo di stabilizzazione del nostro Paese divenga più determinante in concomitanza col semestre italiano di Presidenza in Europa”.

L’ambasciatore non teme che i rapporti privilegiati dell’Italia con la Russia di Putin, si possano tramutare in posizioni più timide dell’Italia, anzi proprio per questo – dice Perelygin – “vogliamo che il Governo Renzi utilizzi questi rapporti per convincere il Governo Russo a rispettare la nostra indipendenza, la nostra integrità territoriale e la nostra scelta di aderire all’UE”.

Sullo sfondo la politica energetica dell’Italia, che deve fare i conti con i mutati assetti dell’approvvigionamento. Lo stop sostanziale al gasdotto South Stream (tra Mar Nero e Mediterraneo) in concomitanza con la crisi Ucraina dovrà in qualche modo ricollocare le attività di ENI, rinnovata ai vertici dal Governo Renzi.

“Il gas per la Russia è solo uno strumento di pressione politica – commenta Perelygin – la fluttuazione del prezzo che ci impone Putin non segue nessuna regola di mercato”. Si è passati dai 90 dollari per mille metri cubi ai 500 dollari “dopo la rivoluzione arancione”. “Bisogna raggiungere un accordo, la Commissione Europea a proposto un range di prezzo per l’Ucraina che oscilla tra 300 e 380 dollari, in ogni caso – puntualizza – il gas verrà transitato per l’Europa come sempre”, e quindi nessun rischio per le forniture anche in Italia.

“La settimana prossima il mio governo andrà a concludere la seconda fase dell’accordo associativo con l’Europa – continua il diplomatico – i dati delle ultime elezioni ci dicono che l’85 % del voto popolare è andato a candidati a favore dell’Europa”. Perelygin ne fa anche una questione ideologica, sostenendo che “l’Ucraina sta lottando contro il suo passato comunista” ma guarda al futuro europeo come orizzonte di sviluppo.

Anche un piccolo presidio del “Comitato Catanese di Solidarietà con l’Antifascista” a testimoniare il dissenso verso l’attuale governo ucraino, “un fantoccio – secondo i manifestanti – agli ordini di USA e UE, il quale “si rende ogni giorno colpevole di massacri di civili inermi nelle regioni sudorientali dell’Ucraina”.

“Gli scontri in quella parte del Paese – dice l’Ambasciatore – coinvolgono criminali e mercenari, non c’è una guerra civile”. E’ sotto gli occhi di tutti che l’occupazione della Crimea è una violazione del diritto internazionale, il referendum è illegittimo”.