19luglio2013, Il Procuratore Salvi alla scuola Maiorana

salviL’intervento del Procuratore Salvi alla commemorazione della strage di Via D’Amelio organizzata da Addiopizzo alla Scuola Media Statale Q. Maiorana.

Rispondendo alla domanda di un ragazzo che sollecitava una commento sulla sentenza Mori Obinu: “C’è un tribunale che ha fatto delle valutazioni, non so come motiverà queste conclusioni, quando leggeremo ognuno di noi si potrà fare il suo convincimento, però ritengo non sia giusto partire dalla pretesa di conoscere la verità e sulla base di questo giudicare prima di conoscere le motivazioni e le ragioni per le quali il Tribunale possa aver sbagliato”.

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19luglio1992: Palermo come Beirut

Diciannove anni fa, un’autobomba fatta esplodere in Via D’Amelio a Palermo, alle ore 16:58, causò la morte del Magistrato Paolo Borsellino e di Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosima ed Agostino Catalano, suoi agenti di scorta. Oggi, nei luoghi della strage, la commemorazione.

Stamattina in Via D’Amelio c’era un’aria strana, sembrava quasi di sentire ancora, dopo diciannove anni, il trinitrotoluene nell’aria. E’ impossibile dimenticare le immagini di distruzione, desolazione e dolore che vennero trasmesse in diretta televisiva nazionale quel pomeriggio d’estate, e che molti di noi pensarono provenissero da un paese che non era il nostro. Eppure esattamente 57 giorni prima, il 23 maggio, in un attentato diverso nella dinamica, ma identico nella matrice, perdeva la vita Giovanni Falcone.

57 giorni che cambiarono per sempre il volto della Sicilia e dell’Italia. Rimangono tutt’ora pesanti zone d’ombra sulle entità esterne che interagirono con l’organizzazione mafiosa per la decisione e l’esecuzione del piano stragista. Nella sentenza d’appello Borsellino bis, si fa esplicito riferimento a soggetti esterni all’organizzazione “in qualche modo interessati a condizionare i moventi e i ragionamenti dei malavitosi e/o in certe circostanze a svolgere una vera e propria opera di induzione al delitto”.

E’ la richiesta di verità e giustizia che fa da sfondo alla commemorazione odierna.
Al presidio in Via D’Amelio erano presenti i familiari delle vittime, cittadini palermitani, giovani delle associazioni, Agende rosse con gruppi provenienti da tutta Italia e Addiopizzo. Hanno reso omaggio e portato il loro contributo, i magistrati Guarnotta, Di Matteo, Teresi e Ingroia e il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. E’ arrivato nel pomeriggio anche il Presidente della Camera Gianfranco Fini, accolto da uno striscione con su scritto:“ NO A CORONE DI STATO PER UNA STRAGE DI STATO”, ma, come gli ha riferito il fratello del giudice scomparso, Salvatore Borsellino, non era evidentemente rivolto personalmente a lui, poiché da sempre in prima linea nella difesa dell’indipendenza e autonomia della magistratura.

Lasciando Via D’Amelio, luogo divenuto simbolo di riscatto civile, una sensazione diffusa di sconforto sembra nuovamente prendere il sopravvento, la normalità con la quale oggi tranquillamente si accetta e quasi si giustifica una classe politica in molti casi collusa, sembra non lasciare speranza e farci dimenticare le parole di Paolo Borsellino.

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